Pierino c’è

Pierino c’è.

Questa penso sia la migliore definizione che mi viene in mente per descrivere il direttore tecnico di Obiettivo 3.

Lo si sente. La sua presenza è evidente anche quando non è presente.

L’ho conosciuto in tre momenti distinti.

La prima volta in quel di Milano per parlargli di ciò che avevamo costruito e come volevamo dare le borse di studio agli atleti di Obiettivo3.
Ricordo nettamente il suo esprimere il ruolo di direttore avendo un talento incredibile di riconoscere e ricordare a memoria ogni sfumatura dei suoi ragazzi. Esprimeva chiaramente il concetto che voleva dare ad ognuno esattamente ciò di cui aveva bisogno.
Ci siamo trovati subito.

La seconda in occasione della consegna delle gold card di LA PELLE AZZURRA agli atleti di obiettivo3. In quella occasione ho apprezzato una cosa che un coach dovrebbe avere sempre a mente. La “luce” va sull’atleta sempre. Pierino, come Alex, erano a disposizione sempre, ma se ti giravi intorno vedevi solo gli atleti.
Stupenda sensazione.

La terza è forse la più bella.

L’ho conosciuto dalle parole dei suoi ragazzi, dal loro sorriso al pensiero che Pierino stava arrivando, dal loro desiderio di ascoltarlo.

“possiamo iniziare lezione domani mattina 20 minuti dopo, perché passa Pierino?”

Domani mattina? Strana sensazione perché Pierino era già li.

Qualche giorno fa Pierino Dainese ha ricevuto la stella di bronzo, per la sua attività dirigenziale, al Gran Galà dello sport paralimpico.

Abbiamo bisogno di persone così per lo sport Italiano.

Riporterei una sua citazioni da un’intervista.

“La medaglia più bella non è quella che gli atleti ti mostrano con orgoglio dopo una gara, ma è quando dicono “grazie a voi ho cambiato la mia vita. Sono rinato, sono un’altra persona”.
Pierino Dainese

La medaglia più bella che anche un coach vuole per i suoi atleti.

Noi siamo quelli del fare e Pierino lo è altrettanto.

Lo sport italiano ha bisogno di persone come te.

Lascia un commento