Avevo dodici anni e mezzo.
Di quei giorni ho vissuto le immagini in bianco e nero ma il ricordo a colori.
A colori.
È quello che fa’ la differenza.
Senti le parole di mille persone che hanno condiviso con lui un mondiale. Ascolti lo struggente dinoccolarsi di parole, lacrime ed emozioni.
Le emozioni sono quello che ci permettono di vivere. Che ci danno la forza di vivere. Le emozioni sono quelle che hai fatto provare ad un intero paese.
Ce le hai fatte vivere in bianco e nero e ricordare a colori.
Quelli, i colori, li hai messi tu.
Il talento è talento sempre.
E tu l’azzurro, il colore del talento, lo hai addosso anche quando la tv lo colorava di grigio.
Avevo dodici anni e mezzo e giocavo sulla spiaggia. Sognavo come ogni ragazzino. Sognavo come ogni atleta.
Ascolto un particolare strano che non avevo notato ma era sempre li. A cui non avevo fatto caso perché era sempre presente. Il sorriso.
Vero, non riesco a non ricordarti così.
Come lo riconosci un campione?
Dal silenzio, dall’umiltà, dal talento e dal sorriso.
Il sorriso.
Ho un ricordo di mio padre di quei giorni che mi continua a far sorridere sempre.
Mi raccontava che durante la partita un collega di un suo amico urlò in maniera esagerata al pareggio di Falcao. A tutti sembrò strano mentre correva e gridava:
“3-1 per noi!!”
Era l’inizio di uno scambio surreale
- “Ma chi ha segnato?”
- “Falcao!!”
- “ allora è due a due!!”
- – “ma che dici Falcao gioca nella roma!!”
Beata ignoranza, ma neanche quella aveva il diritto di toglierti il capolavoro che stavi facendo. Quel capolavoro che hai capito quando seduto ai bordi del campo hai ammirato tutto quello stadio mentre gli altri correvano intorno.
Il talento è talento sempre.
Anche quando non si vede.
Perché è lui che trasferisce il colore invisibile della pelle azzurra alla maglia che meriterai di indossare.
E tu l’azzurro lo avevi dentro.
E poi.. “Se fai tre gol al brasile…” sei grande sempre.
Grazie paolo.
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