Oggi parliamo di Bud. Perché è così che lo chiamavano.
- Bud è il primo italianoa infrangere la barriera del minuto netto nei 100 metri stile libero. Ferma nel 1950 il cronometro a 59″ secondi e 5 decimi in quel di Salsomaggiore.
- Bud è finalistaai campionati europei di Vienna, giungendo quinto nei 100 m e quarto con la staffetta 4×200 m.
- Bud è vincitore ai Giochi del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto del 1951 di due medaglie di argento nel nuoto. La prima nei 100 m, la seconda nella staffetta mista 3×100 metri.
- Bud è ha partecipato sia ai Giochi della XV Olimpiadedi Helsinki nel 1952 gareggiando nella gara dei 100 m stile libero e classificandosi al nono posto, che ai Giochi della XVI Olimpiadea Melbourne 1956 in cui nei 100 m stile libero giunse fino alla semifinale.
- Nel mezzo nel 1955 viene convocato ai Giochi del Mediterraneo di Barcellona come pallanuotista, e in quell’occasione vince con la nazionale la medaglia d’oro.
Il mondo lo ricorda per le sue imprese cinematografiche in cui Bud faceva coppia con Terence in western meravigliosi che hanno allietato i pomeriggi e le serate di tante persone negli anni 80 e 90.
Bud era un grande atleta di nome Carlo.
Per lui i successi sportivi sono stati la cosa più importante della sua vita.
Amava ripetere:
“Perché tutto il resto che uno fa nella vita, è il pubblico che lo crea.
Quando invece vinci nello sport è tutta roba tua”.
Bud era un grande atleta di nome Carlo.
Un grande atleta che ci ha lasciato insegnamenti meravigliosi sulla lealtà sportiva e non solo in quella. Meravigliosi insegnamenti sullo sport di cui fare tesoro.
In un film non western dei tanti che ha fatto, Bud interpreta un ex giocatore di football che ha smesso a causa degli incontri truccati a cui non voleva partecipare. In questo film si imbatte con un gruppo di ragazzi che desiderano coinvolgerlo in una partita impossibile.
Bud capisce quanto sia importante la sfida per i ragazzi, convincendosi a prepararli per la partita.
Una battuta esplica come il concetto di squadra sia importante.
Ragazzo: “Ma scusa! Che ci manca per essere uno squadrone?”
Bud: “Lo squadrone!”
Essere un gruppo non è essere una squadra.
Una squadra condivide lo stesso obiettivo, ed unisce le qualità di tutti per perseguire quell’obiettivo stesso.
Ed è esattamente questo quello che farà Bud con loro.
La sua stazza dava ad intendere che il suo soprannome potesse venire da essa, ma alla domanda specifica riesce a dare una risposta che è un dettame sulla convinzione sulla motivazione che un atleta deve sempre avere.
Ragazzo: “Perchè ti chiamavano “Bulldozer”?”
Bud: “Non so, forse perché davanti agli ostacoli, ero uno che non si fermava mai…”
Bud nel ruolo di Bulldozer trasmette l’onesta di giocare un gioco che sia leale ed equo nel quale ognuno possa esprimere il talento senza imbrogliare, evidenziando come senza questo presupposto è inutile giocare.
Bud era un grande atleta di nome Carlo.
Un’ultima chicca ce la regala il figlio a cui Carlo, si questa volta Carlo, affida la sua ultima espressione in punto di morte. Della morte diceva di essere curioso di scoprire cosa ci sarebbe stato dopo, senza però avere fretta di scoprirlo.
A suo figlio Giuseppe lascia la sua ultima parola su questa terra e che esalta un suo modo di essere:
“Grazie”
La gratitudine era una sua potenzialità.
Grazie Carlo per essere stato un grande atleta come nuotatore, come pallanuotista, come rugbista e come Bud.
Voglio chiudere con un ricordo indiretto di una persona che anche lui come Bud non c’è più. Un mio amico Enrico, che Bud lo aveva incontrato dal vivo spesso, mi raccontava della sua generosità
Portava quantità di cornetti da offrire a tutti e quelli che poi avanzavano erano destinati ad aumentare la sua stazza.
Donava felicità come aveva donato sorrisi e risate.
Quello che fa differenza nella vita è imparare da chi sa o ci è già passato. Grazie dei tuoi consigli del tuo sorriso.
A Carlo che era un grande atleta di nome Bud.
“Perché tutto il resto che uno fa nella vita, è il pubblico che lo crea.
Quando invece vinci nello sport è tutta roba tua”.
Bud Spencer nello sport Carlo Petersoli